MEDITERRANEO DA AMARE, MEDITERRANEA DA MANGIARE. FORSE.

La Dieta Mediterranea può essere definita la dieta che è sulla bocca di tutti, ma sempre meno sulle tavole degli italiani.

Univoca definizione di Dieta Mediterranea non c’è, però alcuni punti fissi ci sono. Abbiamo alimenti (frutta, verdura, cereali, olio extravergine d’oliva, legumi e pesci) dei quali più se ne mangia e più si è mediterranei. Opposto è il discorso per il consumo di latticini e carni fresche e trasformate, dove è il consumo ridotto (ma non il rifiuto di questi cibi) ad essere considerato segno distintivo del mangiare mediterraneo. Ambivalente è il rapporto con l’alcol, per il quale non pagano né l’essere astemi, né l’avere una circolazione sanguigna basata sull’alcol. È infatti un consumo giornaliero che non superi le 2 unità alcoliche per il maschio e 1 per la femmina, quello che garantisce la migliore aderenza alla Dieta Mediterranea. Tradotto, significa due bicchieri di vino per il maschio e uno per la femmina.

Recentemente è stata indagata l’aderenza alla Dieta Mediterranea in due coorti italiane: un gruppo di adolescenti e uno di adulti.

I risultati di queste ricerche sono chiari: gli adolescenti avevano un’adesione alla Dieta Mediterranea inferiore rispetto a chi è più avanti con gli anni.

In una scala da 0 a 18, dove 0 è bassa per non dire nulla e 18 è alta, i ragazzi arrivano a 9, mentre gli adulti a 12. Rispetto a precedenti sondaggi, si osserva comunque un calo nell’aderenza a questo regime alimentare, teoricamente tipico delle nostre latitudini. In entrambi i gruppi, i dati migliori in termini di mediterraneità alimentare sono stati osservati nel sesso femminile.

Ci si può domandare il perché di questa diminuzione nel numero di followers da tavola invece che da tastiera. Entrare nella testa della gente non è facile, ma c’è chi ha investigato, scoprendo che per gli italiani maggiorenni è difficile lasciare negli scaffali dei negozi le carni ed i formaggi, alimenti così pratici per farsi un panino, un toast o una piadina.

C’è poi la questione del pesce, che con l’aggettivo mediterraneo ha un legame vitale e il cui ridotto consumo dovremmo aumentare per proteggere il nostro cuore.

Gli adolescenti condividono con gli adulti l’eccessivo consumo di alimenti di origine animale, oltre ad avere una certa difficoltà a consumare frutta, verdura, pesce e una repulsione all’uso di olio extra-vergine di oliva.

Considerando che molte delle più diffuse patologie nella nostra società del benessere derivano da errori alimentari, avere un’alta aderenza alla Dieta Mediterranea nella popolazione ha importanti ricadute sulla salute pubblica e, di conseguenza, sul bilancio statale.

Pertanto, l’attivazione di percorsi educativi che accrescano la presenza nel nostro menù degli alimenti caratterizzanti la Dieta Mediterranea, dev’essere visto come un importante investimento per la nostra salute e per la collettività.

Redatto da: Filippo Rossi
Ricercatore Nutrizione Umana
Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali
Università Cattolica del Sacro Cuore


10/07/2024